Una bellissima bambina, una famiglia felice e tante aspettative per il futuro. Poi, con il passare dei giorni, le maestre dell’asilo si accorgono che qualcosa non va. Elisabetta ha 3 anni e molto spesso non interagisce con gli altri bambini, non risponde, sembra persa nel suo mondo. Così inizia un percorso di accertamenti, esami ed ospedali e si scopre che Elisabetta non ci sente. Ha una sordità di tipo moderato/severo. Il percorso inizia con le protesi acustiche per cercare di aiutarla nel miglior modo possibile, fino a quando però la sordità peggiora e le protesi non sono più abbastanza. Cosa fare?
Il suo medico di fiducia le parla di impianto cocleare e la famiglia si affida a questa soluzione, Elisabetta deve avere una vita normale.
“Dopo l’intervento sentivo tanti rumori, tanta confusione – ci racconta – ma ero già felice perchè sentivo mia mamma che mi versava l’acqua nel letto dell’ospedale, sentivo questi piccoli suoni che ormai da tempo non sentivo più. Da lì ho capito che la mia vita sarebbe cambiata”.
Elisabetta decide di fare l’intervento anche all’altro orecchio, si diploma e si iscrive all’ Accademia di Belle Arti di Venezia. Inizia con grande dedizione il percorso di studi, interagendo con facilità con altri studenti e professori e riesce a completarlo in maniera totalmente autonoma e a laurearsi. Primo grande traguardo raggiunto.
” Alla gente questo cambiamento fa paura – spiega Elisabetta – ma solo una volta che sei entrato nel mondo dei cinque sensi riesci veramente a capire che cosa ti può offrire la vita”.
E la sua storia non finisce qui…Elisabetta trova una nuova sicurezza in sè, una totale libertà. Decide di fare qualche scatto fotografico per dare una nuova veste a questa sua ritrovata identità. Le foto riescono molto bene e le viene chiesto di continuare a farne, di iniziare un nuovo lavoro come modella.
“Grazie agli impianti riesco a capire perfettamente le indicazioni che mi danno sul lavoro, per una modella è fondamentale essere ricettiva e rispondere in maniera immediata alle indicazioni del fotografo. Riesco a prendere aerei, treni, a viaggiare da sola in tutto il mondo nella più totale autonomia. Adesso quello che desidero più di ogni altra cosa è fare in modo che anche altre persone possano riscoprire una vita piena grazie a questa tecnologia.”
Grazie Elisabetta per questa tua preziosa testimonianza.