Quando vedi tuo figlio o tuo nipote tutti i giorni, non ti accorgi di come cresce e cambia lentamente, centimetro dopo centimetro. Analogamente, è fin troppo facile perdersi i suoi piccoli miglioramenti nello sviluppo dell’udito quando vivi la sua esperienza da vicino.
Clare Sheridan, la nostra specialista in riabilitazione, ha suggerito un esercizio di routine che molte famiglie hanno trovato utile perché ha consentito loro di passare in rassegna i progressi fatti e di vedere come tutti i piccoli passi messi insieme abbiano portato ad un grande risultato.
Essere più positivi e ottimisti in generale significa avere meno probabilità di sentirsi scoraggiati o stressati quando le cose non vanno tanto bene.
Prenditi un momento o due ogni giorno per pensare a qualcosa di bello che è accaduto. Scrivi cosa è successo e perché è stato bello. E anche cosa hai fatto tu per far sì che ciò accadesse. Ci sono tantissimi modi per farlo:
- su un diario
- sul telefono o sul tablet
- su un tabellone appeso al muro
- in un libro speciale
Durante la cena i membri di una famiglia si raccontano la parte migliore della loro giornata e annotano questi pensieri nel loro libro della felicità. Alcune mamme tengono una lavagna bianca in cucina e scrivono tre cose positive ogni giorno. Prima di cancellare la lavagna per la settimana successiva fanno una foto veloce, in modo da avere sempre con sé quei pensieri positivi.
Questi sono un paio di esempi di portatori e delle loro famiglie. Perché non condividi anche tu la tua esperienza nei nostri canali social?
“Ho risistemato il mio Baha da solo a scuola quando la batteria si era esaurita. Sono stato contento di averlo potuto fare senza bisogno dell’aiuto degli insegnanti. Conosco il segnale acustico di avvertimento e posso farlo da solo”.
“Sono stato alla festa di un mio amico. Mi è piaciuto vedere persone che di solito non riesco a vedere quando c’è troppa gente”.
“Oggi pomeriggio mi ha telefonato Michael su FaceTime e ho potuto vedere Sasha alla sua prima festa di compleanno. La sentivo ridere mentre apriva il mio regalo”.
È come una piccola terapia. Ti fa pensare a quante cose straordinarie tu o i tuoi familiari potete fare. E ti ricorda quanto può essere difficile per loro.
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