“Riesco a sentire chiaramente durante le lezioni”

Aver perso l’udito proprio mentre stava cominciando l’università non ha fermato Vanessa

L’inizio dell’università è una fase particolare. Per la ventitreenne Vanessa è stato anche un momento di svolta importante per il suo udito.

Affascinata dalla bellezza della vita e dalla biologia, da tempo Vanessa aveva deciso di intraprendere una carriera nel campo delle scienze biologiche, così ha cominciato a frequentare l’Università tecnologica Nanyang di Singapore. Ciò che Vanessa non aveva previsto era l’improvvisa perdita dell’udito, che “non le ha lasciato altra scelta” se non quella di sospendere l’università per un anno e concentrarsi sulla ricerca di una soluzione alternativa agli apparecchi acustici. Così ha scoperto l’impianto cocleare.

Dopo aver ricevuto il processore Cochlear™ Nucleus® 6, Vanessa era entusiasta di poter tornare a coltivare la sua passione per la scienza. “Ciò che mi piace di più dei miei studi è che posso ascoltare in prima persona i professori durante le lezioni sulle loro costanti ricerche nel campo delle scienze biologiche”, spiega.

Assistendo a lezioni con oltre 200 studenti, Vanessa ha chiesto al personale docente di indossare dispositivi di ascolto assistito come il suo dispositivo FM o il Cochlear™ Mini Microphone 2 , per eseguire lo streaming dell’audio al suo processore. In questo modo poteva sedersi dove voleva all’interno dell’auditorium. Vanessa consiglia di mandare un’e-mail al docente o di rivolgersi a lui prima della lezione per spiegare la propria condizione uditiva e il motivo per cui sarebbe utile che indossasse il dispositivo FM.

Il passaggio alle videochiamate e alle lezioni online non è stato particolarmente gravoso per Vanessa. Infatti usa le stesse strategie che utilizza in aula, compreso l’uso del suo dispositivo FM per sentire Zoom e le teleconferenze. “Una sfida notevole che ho affrontato durante la comunicazione online è stata la partecipazione alle discussioni di gruppo, in cui molte persone parlavano contemporaneamente rendendo difficile per me distinguere chi parlava”, racconta Vanessa. “Penso che questa difficoltà non riguardi solo le persone con ipoacusia.”

Vanessa si è impegnata molto per individuare nuove strategie e risorse per supportare la transizione alla vita universitaria con l’impianto cocleare. Confronta i suoi appunti con quelli presi da alcuni volontari, per verificare di aver compreso tutto con precisione. Questo è particolarmente utile quando i docenti hanno accenti marcati: un’ulteriore difficoltà per l’ascolto. Per aiutarla agli esami, a Vanessa vengono fornite istruzioni scritte e i supervisori le comunicano quanto tempo rimane dandole dei colpetti sulla spalla.

Purtroppo non tutte le esperienze di Vanessa a scuola sono state positive. Ricorda per esempio un episodio relativo alla scuola superiore in cui un membro di un gruppo si è approfittato dell’ipoacusia di Vanessa per prendersi il merito del suo lavoro, facendola sentire amareggiata ed esausta. “È stata anche una sorta di campanello d’allarme per me, perché mi sono resa conto che l’unica persona su cui posso contare sono io”, racconta. “Fortunatamente la maggior parte delle persone che ho incontrato all’università sono estremamente gentili e disponibili e non mancano mai di assicurarsi che io riesca a sentire bene e possa imparare proprio come gli altri compagni [normoudenti].”

Anche se siete timidi per natura, Vanessa consiglia di uscire dalla propria zona di comfort ogni tanto per fare amicizia all’università. Anche se ha impiegato un po’ più di tempo per farsi degli amici, si è resa conto che le amicizie che ha stretto sono più forti e significative.

“Sono molto attenti alle mie esigenze d’ascolto e non esitano mai a ripetere ciò che mi sfugge durante le lezioni”, spiega. “È stata la loro pazienza e la loro gentile comprensione a farmeli apprezzare così tanto come amici: hanno decisamente reso il percorso accademico più divertente e soddisfacente!”

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